giovedì 27 gennaio 2011

Prelati ed Eretici

Il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Sua Eminenza Cardinal Angelo Bagnasco, mi ha fatto venire in mente un articolo di Josè Saramago intitolato «Vaticanate». Lo dico subito: di questo centro-sinistra disapprovo la vibrante soddisfazione con cui sembra aver accolto gli ambigui ammonimenti che la Chiesa avrebbe indirizzato al Presidente del Consiglio. Ammetto di essere assai affezionato ad alcune espressioni della Chiesa cattolica – i preti operai, la teologia della liberazione, il Cardinal Tonini e poco altro… – e il mio istintivo anticlericalismo non arriva mai al viscerale disgusto di cui molte persone hanno dato prova. Ma il discorso di Bagnasco sul caso Ruby è di fatto un capolavoro di doppiezza morale e di cerchiobottismo politico.
«Ha detto tante cose Gesù», scrisse qualche anno fa Eugenio Scalfari. «Forse i laici dovrebbero promuovere un raduno di massa intitolato al suo nome per vedere fino a che punto la Chiesa di oggi abbia ancora il diritto di usarlo. E per capire se i cammelli riescano a passare nella cruna dell'ago o se quella cruna non sia diventata una ampia autostrada dove i cammelli transitano al galoppo con tutto il carico delle loro ricche mercanzie».
L’intelligenza del Cardinal Bagnasco è tuttavia cosa nota, e mi colpì molto quando, al Meeting di Rimini del 2008, assistetti ad una sua conferenza. Erano presenti anche Maurizio Lupi, Giancarlo Galan e Sandro Bondi. Dall’inflessibile contegno con cui si rivolge al pubblico e alla stampa, e dall’affilata sottigliezza del linguaggio, a volte trapela il malcelato autocompiacimento di chi conosce la propria furbizia. Ascoltatene attentamente le parole, e poi leggetevi quelle di Saramago. Queste ultime non potrebbero essere più definitive.



Angelo Bagnasco: «Come ho già più volte auspicato, bisogna che il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza, ma si tendono tranelli in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni. Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci, veri o presunti, di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine. In tale modo, passando da una situazione abnorme all’altra, è l’equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l’immagine generale del Paese. La collettività infatti guarda sgomenta gli attori della scena pubblica e respira un evidente disagio morale».

Josè Saramago: «Non sopporto di vedere i signori cardinali e i signori vescovi abbigliati con un lusso che scandalizzerebbe il povero Gesù di Nazareth, mal coperto dalla sua tunica di pessimo panno, per quanto inconsutile fosse e certamente non era, senza ricordare la delirante sfilata di moda ecclesiastica che Fellini, genialmente, ha messo in Otto e mezzo per suo e nostro diletto. Questi signori si ritengono investiti di un potere che solo la nostra pazienza ha fatto durare. Si dicono rappresentanti di Dio in terra (non lo hanno mai visto e non hanno la minima prova della sua esistenza) e si spostano per il mondo trasudando ipocrisia da tutti i pori. Forse non sempre mentono, ma ogni parola che dicono o scrivono ne ha dietro un’altra che la dissimula o la perverte. A tutto ciò in molti ci eravamo più o meno abituati prima di passare all’indifferenza, se non al disprezzo. Si dice che vada rapidamente diminuendo la gente che assiste alle cerimonie religiose, ma io mi permetto di suggerire che saranno sempre meno anche quelle persone che, pur non essendo credenti, entrano in una chiesa per godere della bellezza architettonica, delle pitture e delle sculture, insomma di uno scenario che la falsità della dottrina che lo sostenta in fin dei conti non merita. […] Davanti al lento ma implacabile affondamento di questo Titanic che è stata la Chiesa cattolica, il papa e i suoi accoliti, nostalgici del tempo in cui imperavano, in criminale complicità, il trono e l’altare, ricorrono ora a ogni mezzo, compreso quello del ricatto morale, per immischiarsi nell’attività governativa dei paesi, in particolare quelli che, per ragioni storiche e sociali, non hanno ancora osato recidere la soggezione che persiste nel tenerli legati all’istituzione vaticana». (J. Saramago, Il Quaderno, Bollati Boringhieri, Torino, 2009, pp. 146-147).

Manuel Lambertini

4 commenti:

  1. Da cattolica praticante, e che cerca di essere coerente con queste due caratteristiche della mia vita, non posso che essere completamente d'accordo con Saramago....
    è alquanto frustrante per me potermi giustificare con la gente dicendo che la Chiesa non è solo l'istituzione ma sono soprattutto le persone che vedo impegnarsi seriamente e coerentemente nella vita seguendo ciò che un uomo di circa 2000 anni fa è venuto ad insegnarci.... Mi piacerebbe davvero potermi riconoscere ed identificarmi con questa chiesa, ma anche questo è impossibile e diventa frustrante..... mi chiedo quando (e se mai succederà) potremo definitivamente dire che la Chiesa in cui ci riconosciamo è quella di Roma.
    Tu come vedi i cristiani di oggi??
    Bell'articolo=)

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  3. Che bello, Silvia! Dovevo aspettarmelo che avresti commentato questo post!
    Sai, io non vado a messa dai tempi del «nostro Papa Giovanni Paolo» e del «nostro vescovo Giacomo»... A Wojtyla sono rimasto affezionato, a Biffi un po' meno, anche se chi lo ha sostituito è riuscito nell'impresa di farmelo rimpiangere...
    Io non ho mai rinunciato a distinguere tra il popolo della Chiesa, così attivo nell'arricchire di umanità questo mondo, e le gerarchie vaticane, che non perdono occasione per strumentalizzare la funzione sociale dei volontari e dei fedeli per ottenere o conservare benefici più che mai terreni (dalle innumerevoli esenzioni fiscali all'assegnazione dell'otto per mille non diversamente destinato, senza contare i finanziamenti pubblici elargiti alle scuole di loro proprietà...).
    Nemmeno Joseph Ratzinger può essere considerato responsabile dell'attuale deriva: il Papa ha anzi opportunamente attenuato le proprie posizioni rispetto al tema del dialogo interreligioso, scongiurando gli scenari che la sua elezione al soglio di Pietro aveva fatto presagire e che qualcuno auspicava... In questo senso, ha superato anche la più ottimistica delle previsioni…
    Il futuro dei cristiani, cara Silvia, dipenderà dalla loro capacità di fare autocritica: subiranno i dettami della Santa Sede o decideranno di dissociarsi da tutti i comportamenti incompatibili con la parola di quel rivoluzionario che è stato Gesù di Nazareth?
    Per quanto possa essere affezionato ad alcune espressioni della Chiesa, non posso non sperare nel declino del suo potere e della sua influenza politica. Oggi la Chiesa si eleva ad ultimo bastione della civiltà occidentale, nell'intento di respingere la tanto esorcizzata offensiva islamica... E di ritrovare il sostegno delle persone distaccatesi dalla fede! Come a dirci: tra due fondamentalismi, tra due verità assolute non riscontrabili, scegliete quella che vi piace di più! Un'idea pericolosa, che è all'inizio di ogni scontro di civiltà e che nega tutte quelle conquiste a cui l’Occidente è approdato nonostante la Chiesa, e non grazie ad essa.

    Manuel

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