martedì 30 aprile 2013

Impressioni di aprile

Thomas Stearns Eliot (1888-1965)
Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L’inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.
L’estate ci sorprese, giungendo sullo Starnbergersee
Con uno scroscio di pioggia: noi ci fermammo sotto il colonnato,
E proseguimmo alla luce del sole, nel Hofgarten
,
E bevemmo caffè, e parlammo un’ora intera.
Bin gar keine Russin, stamm' aus Litauen, echt deutsch.
E quando eravamo bambini stavamo presso l'arciduca,
Mio cugino, che mi condusse in slitta,
E ne fui spaventata. Mi disse, Marie,
Marie, tieniti forte. E ci lanciammo giù.
Fra le montagne, là ci si sente
liberi.
Per la gran parte della notte leggo, d'inverno vado nel sud.

Quali sono le radici che s’afferrano, quali i rami che crescono
Da queste macerie di pietra? Figlio dell'uomo,
Tu non puoi dire, né immaginare, perché conosci soltanto
Un cumulo d'immagini infrante, dove batte il sole,
E l’albero morto non dà riparo
, nessun conforto lo stridere del grillo,
L’arida pietra nessun suono d'acque
.
C’è
solo ombra sotto questa roccia rossa,
(Venite all'ombra di questa roccia rossa),
E io vi mostrerò qualcosa di
diverso
Dall'ombra vostra che al mattino vi segue a lunghi passi, o dall'ombra
Vostra che a sera incontro a voi si leva;
In una manciata di polvere vi mostrerò la paura
.

                        T.S. Eliot, La terra desolata, 1922

Manuel Lambertini

lunedì 15 aprile 2013

La ragazza con la valigia

La ragazza con la valigia (1961)
È con affetto e gratitudine che la comunità del cinema, a partire da chi ebbe il privilegio di esserle maestro o compagno di viaggio fino all’ultimo degli spettatori, festeggia oggi il settantacinquesimo compleanno di Claudia Cardinale. A differenza della diretta interessata, che vive a Parigi da anni e che i compleanni preferisce non festeggiarli: «Sì, un passato glorioso a volte è pesante da portare. Ma io continuo, lo ripeto, ad amare il presente più di ogni altro tempo. I costumi sono meno belli, senza dubbio, le luci meno sublimi. Ma quando al mattino esco di casa, per andare a prendere i giornali, incontro ancora persone che hanno qualcosa da dirmi. Persone reali, non fantasmi». Stavolta però l’evento coincide con il cinquantesimo anniversario del Gattopardo, il film che la consegnò alla storia del cinema nelle sfarzose vesti dell’incantevole Angelica, eterna prigioniera di un fotogramma che la vede ballare il valzer insieme al Principe di Salina Burt Lancaster.
Nata a Tunisi nel 1938 da una famiglia di origini siciliane, cedette alla forza di attrazione del cinema dopo avervi opposto una strenua, selvaggia resistenza: incoronata «italiana più bella di Tunisia», concorso a cui non avrebbe voluto partecipare, vinse un soggiorno alla Mostra del Cinema di Venezia. Le venne poi offerto di frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ma abbandonò gli studi al primo trimestre, anche per la scarsa padronanza della lingua italiana; il noto cronista Domenico Meccoli la incontrò in aeroporto nel giorno del suo ritorno a Tunisi, e le dedicò l’articolo di copertina del settimanale Epoca.
Seguì il periodo più drammatico della sua vita, quello in cui scoprì di essere incinta di un uomo francese di dieci anni più grande che aveva abusato di lei quando era appena diciassettenne, e con cui non era riuscita a troncare la relazione... Decise di non abortire. Era precipitata in una grave depressione, con frequenti pensieri suicidi, quando la Vides di Franco Cristaldi le propose un contratto in esclusiva. Mario Monicelli la volle ne I soliti ignoti (1958) per il curioso ruolo di Carmela, che le valse il nomignolo di «fidanzata d’Italia». La nascita del figlio Patrick, per volere di Cristaldi (con cui avrebbe poi stretto una tormentata relazione), avvenne in gran segreto e fu tenuta nascosta per sette anni.
Con Werner Herzog e Klaus Kinski, Fitzcarraldo, 1982
Fu Pietro Germi a farle amare il cinema per la prima volta, con Un maledetto imbroglio (1959), mentre Il bell’Antonio (1960) di Bolognini inaugurò la stagione più prolifica e luminosa della sua carriera di attrice. Ai primi anni ’60 – quei «Sexy Sixty» che la vollero simbolo di bellezza mediterranea e antagonista ideale di Brigitte Bardot – risale l’inizio della sua collaborazione con Luchino Visconi, Federico Fellini, Valerio Zurlini, Citto Maselli e Luigi Comencini, i registi che meglio seppero valorizzarne il talento. Girò contemporaneamente Il Gattopardo e , disorientata dall’abissale differenza tra il rigore del metodo di Visconti e il caos dei set di Fellini. Blake Edwards la scelse al fianco di Peter Sellers per La Pantera Rosa (1963), facendole inalare fumo di hashish a sua insaputa, perché potesse recitare al meglio la parte della principessa indiana... Ne La ragazza con la valigia (1961) di Zurlini interpretò il ruolo involontariamente autobiografico di Aida, una giovane donna sedotta e abbandonata; e grazie a Comencini, in La ragazza di Bube (1963) le venne finalmente concesso di dare la propria voce al personaggio di Mara, con cui vinse il suo primo Nastro d’Argento.
«Ha avuto pochi amori», la rimproverava amichevolmente Monicelli: «Poteva averne di più!». Ma gli anni ’70 furono segnati dall’incontro con il regista Pasquale Squitieri, conosciuto sul set de I guappi (1974), e dalla nascita della seconda figlia, Claudia. Per la regia di Squitieri interpretò poi Il prefetto di ferro (1977), Corleone (1978), L’arma (1978), Claretta (1984), Atto di dolore (1990), Stupor Mundi (1997), Li chiamarono… briganti! (1999) e Father (2011). Del 1982 è l’avventura di Fitzcarraldo, il capolavoro di Werner Herzog girato in Amazzonia al fianco del violentissimo Klaus Kinski: «più che un film [fu] una specie di lotta per sopravvivere, […] una lotta contro il caldo terrificante, contro le mille difficoltà per girare in un posto fuori dal mondo».
Rimini, 23 agosto 2012
Si trasferì a Parigi alla fine degli anni ’80, senza però mai ritirarsi dalle scene. Leone d’oro alla carriera nel ’93, Legion d’onore nel ’99, ambasciatrice Unesco nel 2000, Orso d’oro alla carriera nel 2002: una pioggia di riconoscimenti che pochi altri rappresentanti del cinema europeo possono vantare. Leggendo la sua filmografia degli ultimi vent’anni, poi, si nota qualcosa di molto simile ad una seconda nascita... Nel 2000, grazie alle insistenze di Squitieri e di Maurizio Scaparro, debuttò a teatro con La Venexiana, diretta da quest’ultimo. E da allora si è posta generosamente al servizio del cinema d’autore – con cineasti di grande popolarità quali Manoel De Oliveira o Fernando Trueba e con giovani registi esordienti, Ali Ilhan e Anna Scaglione tra gli altri –, intensificando anche il proprio impegno umanitario. Per la prossima stagione è prevista l’uscita di due nuovi film: Effie di Richard Laxton, in cui recita al fianco di Riccardo Scamarcio, e La montagna silenziosa di Ernst Gossner.
Così descriveva se stessa alcuni anni fa, nell’ultima pagina di un libro autobiografico dal titolo Le stelle della mia vita (Piemme, 2006): «Avrei un mucchio di ragioni per voltarmi indietro, il passato è stato glorioso. Ricevo ancora lettere di giovani, colpiti da un ruolo, un personaggio, e che mi domandano l’indirizzo, come se fossi la giovane attrice che li ha emozionati. Accetto il loro omaggio per ciò che rappresenta; l’espressione di ammirazione per un cinema ormai scomparso, che ha lasciato un vuoto incolmabile. […] Il cinema mi ha dato tutto, un paese, una lingua. La mia libertà, belle avventure, ma soprattutto amici. Eppure, io non sono cambiata. Non ho mai perso di vista quella che ero quando le macchine da presa si spegnevano. […] Accade anche che mi parlino di qualcuno che ho conosciuto bene: Claudia Cardinale, una ragazza che ballava il valzer come nessuno, che portava abiti incantevoli, e che volava sul trapezio. È formidabile quello che un’attrice può fare… al cinema. Io? Tutti i miei amici lo sanno. Anche solo sul balcone soffro di vertigini».

Manuel Lambertini