giovedì 13 gennaio 2011

L’incanto buono

Questa poesia di Edoardo Sanguineti, nel giorno del referendum sull’accordo di Mirafiori, sarà scolpita sulla pietra tombale dinanzi a cui avranno degna sepoltura il diritto di sciopero e la libertà sindacale. I nostri nonni pensavano di avere consegnato queste conquiste all’eternità. Credevano di averle incise per sempre nel marmo della storia, affidandole alle premure della Carta Costituzionale. Non è andata così. E oggi, nell’apatia e nella disinformazione generali, potrebbero essere cancellate da un ricatto, da un diktat che si fa scudo della globalizzazione per trasformare le organizzazioni sindacali in uffici stampa al soldo delle aziende. Che godano, Angeletti e Bonanni, per questa contropartita al di sopra di ogni aspettativa!


Ballata dell’incanto buono

che cosa chiede, qui al vecchio compagno,
il giovane compagno, quando chiede?
incantami, incantatemi, gli chiede:
incanto buono, per vivere, chiedo:

che cosa dice, qui il vecchio compagno,
quando risponde, al giovane compagno?
c’è il pluslavoro e il plusvalore, dice:
c’è gli sfruttati, e massa di riserva:

non è un incanto il sogno di una cosa:
capire il mondo, che tu ti modifichi:
paesi di cuccagna non sognare:
odio di classe, qui è l’incanto buono:

che cosa chiede, qui il vecchio compagno,
al giovane compagno, quando chiede?
gli chiede, i vecchi padri vendicare:
vecchia preistoria, chiede, cancellare:

                                                                            Edoardo Sanguineti

Manuel Lambertini

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