sabato 18 giugno 2011

Tutti in piedi

Da Tutti a casa a Tutti in piedi: basta guardare i titoli delle manifestazioni per capire quanti cambiamenti ci abbiano regalato queste ultime settimane… L’ultima iniziativa di Michele Santoro è stata elettrizzante: un pubblico compreso tra il milione e mezzo e i due milioni di telespettatori ha festeggiato i 110 anni della Fiom, tra le vignette di Vauro e le canzoni dei Subsonica, passando per l’affettuoso saluto di un incontenibile Benigni. Ha chiuso la serata Teresa De Sio, sulle note di «Todo cambia». L’Italia s’è desta. Forse.


«Oh, tutti i disgraziati con la schiena che brucia
sotto il sole feroce, che vanno e tornano,
che in questo lavoro senton scoppiare la fronte...
Giù il cappello, miei borghesi! Oh, questi son gli uomini!
Siamo operai, sire, operai! Noi siamo
per i grandi tempi nuovi in cui si vorrà sapere
e l'uomo forgerà da mane a sera,
cacciatore di grandi effetti, di grandi cause,
in cui vincendo lentamente dominerà le cose
e monterà sul Tutto come su di un cavallo!
Oh! Splendidi lumi di fucine! Peggio,
ancor peggio! - Ciò che non conosciamo, questo può essere terribile:
noi lo sapremo! - Coi nostri martelli, in mano, passiamo al setaccio
tutto ciò che sappiamo: e poi, Fratelli, avanti!
Facciamo talvolta sogni emozionanti
di vivere semplice, con ardore, senza dire
malvagità, lavorando col regale sorriso
di una donna che amiamo di nobile amore:
lavoreremo con foga tutto il giorno,
ascoltando il dovere come
una tromba squillante:
allora saremo felici, e nessuno, nessuno,
ci potrebbe mai piegare!
Ed avremo un fucile sul focolare...
»

da Il fabbro di Arthur Rimbaud.

Manuel Lambertini

domenica 12 giugno 2011

Quattro volte sì


Solo qualche parola. Contro il ritorno al nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il legittimo impedimento, il referendum di oggi e domani può assestare il colpo definitivo al berlusconismo. Non partecipare al voto è sempre carenza di senso civico. Questa volta, mancare all’appuntamento è semplicemente un delitto.

Manuel Lambertini