mercoledì 24 dicembre 2014

Giovanni Bersani

Per tutti restava «il senatore», anche se la sua quarantennale carriera politica non si era protratta oltre il 1989. Nel percorrere un cammino costellato di successi, Giovanni Bersani aveva stretto amicizia con tutti i più grandi costruttori di pace del pianeta, da Albert Schweitzer a Madre Teresa di Calcutta, da Dom Helder Camara a Nelson Mandela. Oscar Luigi Scalfaro, durante la sua ultima visita sotto le Due Torri, gli rivolse un saluto colmo di affetto. E Romano Prodi parlava di lui con una riconoscenza che sfiorava la devozione. Si è spento serenamente oggi, alla veneranda età di cento anni, illuminando per un momento una concezione della politica tanto alta da non potersi mai davvero scindere dall'etica della carità.
Deputato DC per sei legislature, dal 1948 al 1976, nel 1952 fu scelto da De Gasperi come sottosegretario al Lavoro e alla Previdenza Sociale. Trascorse la settima legislatura a Palazzo Madama, per poi candidarsi al Parlamento Europeo, del quale aveva già fatto parte in qualità di membro nominato dal governo. Eletto nel 1979, aderì al Partito Popolare Europeo e venne riconfermato nel 1984.
A distinguerlo, in quegli anni, fu soprattutto il contributo che seppe offrire all’associazionismo cattolico, superando brillantemente gli ostacoli che un terreno sfavorevole come quello emiliano deve avergli riservato... Militò nelle Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (ACLI), delle quali fu vice-presidente, e poi nel più conservatore Movimento Cristiano dei Lavoratori (MCL). Nel 1972 fondò il Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura (CEFA) e avviò importanti progetti di cooperazione con la Repubblica Democratica del Congo, la Tanzania, il Kenya, la Somalia, il Cile, l’Argentina, i Paesi della ex Jugoslavia, il Marocco e il Guatemala, coinvolgendo e responsabilizzando le comunità locali. Nel 1997, infine, diede vita alla Fondazione Nord-Sud per la solidarietà internazionale, una onlus che favorisce lo sviluppo agricolo, sanitario e infrastrutturale dei Paesi poveri, operando secondo le pratiche del microcredito e del commercio equo e solidale.
Giovanni Bersani era un centenario vitale e non domato, fedele a quel pensiero sociale cristiano di cui la sua carriera politica e il suo impegno umanitario sono stati esemplare testimonianza. Nell'ultimo decennio gli attestati di stima gli erano piovuti da ogni parte. Nel 2004 il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ne aveva sollecitato la nomina a senatore a vita, attraverso una risoluzione accolta col plauso generale e sottoscritta da tutti i gruppi. Con un’adesione ancor più entusiastica e trasversale, nell'ottobre 2010, era stato accolto l’appello de Il Resto del Carlino di proporlo come candidato al Nobel per la Pace. Ma una volta di più il «senatore» Bersani si era schernito. Aveva chiesto di tagliare corto, di lasciar perdere, con l’operosità umile e schiva dell'uomo abituato a pensare al futuro. Senza concedersi autocelebrazioni di sorta.


Manuel Lambertini