lunedì 21 gennaio 2013

Elogi Funebri

I funerali di Prospero Gallinari, Coviolo (RE), 19 gennaio 2013
Che una cerimonia funebre possa essere oggetto di polemiche poltiche, almeno per quanto mi riguarda, va oltre ogni livello di tolleranza. Ma sembra essere la moda del momento. Solo una settimana fa si erano levati cori di indignazione alla notizia di Emma Bonino obbligata a pronunciare l’orazione funebre di Mariangela Melato all’esterno della Chiesa degli Artisti di Roma. Ed ora la lista di Antonio Ingroia in Emilia-Romagna rischierebbe la scissione perché due esponenti di Rifondazione Comunista, Alberto Ferrigno e Claudio Grassi, hanno partecipato alle esequie dell’ex brigatista Prospero Gallinari, attirandosi le ire di ciò che resta dell’Italia dei Valori... La presidente del gruppo Idv in consiglio regionale, ed ex vice-sindaco di Reggio Emilia, Liana Barbati, non ha usato mezze misure: «Chi ricopre cariche politiche o è candidato alle elezioni per rappresentare i cittadini non dovrebbe neanche a titolo personale partecipare al funerale di chi ha rappresentato un periodo così buio e triste per la nostra Repubblica». E ha aggiunto: «Se poi Grassi sarà eletto in Emilia-Romagna, dico subito a “titolo personale” che non mi rappresenta di certo. Mi auguro a breve ci sia una smentita o una parvenza di giustificazione. In caso contrario o fa un passo indietro, o Idv uscirà dal comitato provinciale a sostegno della Lista Ingroia, che si richiama a una rivoluzione civile, per l’appunto». La replica di Grassi è puntualmente arrivata: l’ex deputato si è detto sorpreso del fatto  che un semplice «atto di umanità» si sia potuto trasformare in un «caso politico». In sua difesa è intervenuto anche il segretario del Prc Paolo Ferrero.
Non fossimo in Italia – e non dovessimo sorbirci le quotidiane dichiarazioni di leader di partito pronti a criticare provvedimenti legislativi da loro stessi votati – ci sarebbe difficile credere che un funerale possa scatenare contrasti come questi, certamente lontani da conseguenze concrete ma a tutto vantaggio dei media e di un’endemica, implacabile disinformazione.
Prospero Gallinari era un membro del nucleo storico delle Brigate Rosse. Uno dei più irriducibili. Al suo nome restano legati la lettura del volantino di rivendicazione dell’omicidio del Procuratore di Genova Francesco Coco e il rapimento di Aldo Moro. Prima della confessione di Mario Moretti, era considerato l’esecutore materiale dell’assassinio dello statista democristiano. Un migliaio le persone che, a Coviolo, hanno partecipato al suo funerale, recitando le poesie del rapinatore-rivoluzionario Sante Notarnicola e intonando canti di altri tempi. Tra loro, il fondatore delle Br Renato Curcio, il leader di Potere Operaio Oreste Scalzone, e brigatisti di punta come Bruno Seghetti, Raffaele Fiore, Angela Vai, Barbara Balzerani, Roberto Ognibene, Loris Tonino Paroli. Una notizia di un certo rilievo, indubbiamente. Ma che i tg e i giornali non avrebbero dovuto enfatizzare e arricchire con le loro veementi quanto stucchevoli deplorazioni, come se qualcuno dei nomi citati rappresentasse ancora una minaccia alla sopravvivenza dello Stato. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di persone che hanno saldato ogni debito con la giustizia (Renato Curcio, senza avere mai commesso omicidi, ha trascorso oltre vent’anni in cella), e a cui non si può certo imporre anche una sorta di ravvedimento coatto… Riconoscere in silenzio il loro diritto di onorare come meglio credono un coerente compagno di lotta è cosa assai diversa dall’approvarne i metodi e gli ideali. E avrebbe potuto essere il primo passo per una vera riconciliazione nazionale, nella più piena consapevolezza che la memoria storica di un Paese democratico non può escludere dal proprio specchio la verità degli sconfitti.


Manuel Lambertini

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