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Ascoltandolo, anche nei suoi exploit più condivisbili, non può non venire in mente il soprannome appioppatogli da Cossiga, quello di «Gatto Felix», di «riformista del nulla» che «capisce molto di cinema ma poco di politica». Lui, discepolo di Pasolini e adorante allievo di Vittorio Foa, fece convergere popolari e postcomunisti nel nuovo Partito Democratico, incastonando quest’ultimo in un cielo a stelle e strisce che rinnegava e umiliava la tradizione socialdemocratica europea. Lui che per primo ebbe il merito di esternare il proprio entusiasmo per Obama, sfidando tutti i sondaggi e contro ogni razionale previsione, credette forse di poter essere il protagonista di un’analoga esperienza italiana. E fallì. E negli anni in cui fu segretario del Pd, dall’ottobre 2007 al febbraio 2009, guidò la marcia funebre di una sinistra senza bussola, seguito da cartelli con slogan all’amerikana e da un corteo di opportunisti e baciapile rifugiatisi sotto l’insegna della «fine delle ideologie». Gli va tuttavia reso l’onore delle armi, e riconosciuto il merito di aver tentato di immaginare il futuro. Degli anni Settanta, da lui poi rigettati in blocco, aveva assorbito meglio di molti altri quel desiderio di «fantasia al potere» che più simboleggia i sogni e le inquietudini della sua generazione.
Ora la sua carriera parlamentare è terminata. Dalla prossima legislatura, Veltroni si occuperà di progetti umanitari a favore dell’Africa, dove da anni dice di aver lasciato il cuore. E avrà più tempo da dedicare alla scrittura. Molti dei suoi romanzi, del resto, hanno già ottenuto un buon successo di pubblico, oltre ai giudizi lusinghieri della critica e di tutta l’elite letteraria italiana. Ne lessi uno anch’io, un paio di anni fa: Quando cade l’acrobata, entrano i clown (Einaudi, 2010), brevissimo e toccante, sulla tragedia dell’Heysel. Ne rimasi favorevolmente colpito, e riuscii finalmente a deporre le ostilità nei suoi confronti. E mi accorsi di aver sempre saputo che il «Gatto Felix», in fondo, aveva solo sbagliato mestiere.
Manuel Lambertini
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