domenica 5 luglio 2015

Le colline del Peloponneso


«[...] Nella stessa misura in cui non capisco il potere, io capisco chi avversa il potere, chi censura il potere, chi contesta il potere, soprattutto chi si rivolta al potere imposto con la brutalità. Alla disubbidienza verso i prepotenti ho sempre guardato come all'unico modo di usare il miracolo d’essere nati. Al silenzio di chi non reagisce e anzi applaude ho sempre guardato come alla vera morte di una donna o di un uomo. E ascolta: il più bel monumento alla dignità umana per me resta quello che vidi su una collina del Peloponneso, insieme al mio compagno Alessandro Panagulis, il giorno in cui egli mi condusse da alcuni resistenti, ed era l’estate del 1973, Papadopulos era ancora al potere. Non si trattava di un simulacro, e nemmeno di una bandiera, ma di tre lettere, OXI, che in greco significan NO. Uomini assetati di libertà le avevano scritte tra gli alberi durante l’occupazione nazifascista e, per trent’anni, quel NO era rimasto lì: senza sbiadirsi alla pioggia ed al sole. Poi i colonnelli lo avevan fatto cancellare con una mano di calce. Ma subito, quasi per sortilegio, la pioggia e il sole avevan sciolto la calce. Sicché giorno per giorno le tre lettere riaffioravano testarde, disperate, indelebili».

Oriana Fallaci, Intervista con la storia, Milano, Rizzoli, 1977.


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