martedì 12 febbraio 2013

Gramsci, Grillo e la «moltitudine incomposta»

Antonio Gramsci (1891-1937)
«Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano». Così scriveva Antonio Gramsci nell’aprile 1921, un anno prima della marcia su Roma.
Non dico e non penso che Beppe Grillo sia il capo di una formazione fascista, anche se si potrebbe fare facile ironia sulle sue mussoliniane performance fisiche e sulle stupefacenti affinità con i militanti di CasaPound… «Non rubare il mestiere a chi lo sa fare», dice il critico Tatti Sanguineti al produttore Silvio Orlando in una scena cult del Caimano di Nanni Moretti, dopo che Orlando aveva rievocato giovanili simpatie fasciste, e credo che per il comico genovese questo saggio ammonimento sia più che mai valido.
Non è peraltro necessario bollare il MoVimento 5 Stelle con la banale etichetta di «fascista» per constatare che chi dice di essere «oltre la sinistra e la destra» finisce sempre col favorire quest’ultima, che a tutt’oggi risponde al nome di Silvio Berlusconi. Un nome che è la quintessenza dell’antipolitica e del populismo, e che da tempo immemorabile disprezza e deride i «professionisti della politica».
Voti Beppe, aiuti Silvio: la questione, in fondo, è più semplice di quanto sembri. E a meno che non si voglia scommettere su una folle deflagrazione della democrazia italiana, non c’è un solo motivo ragionevole per desiderare uno scenario in cui il Cavaliere abbia un ruolo determinante nell’insuccesso altrui e fosse al contempo privo di responsabilità dirette. La vera vittoria di Berlusconi, in questa tornata elettorale, sarebbe quella di costringere Pd e Sel a una tormentata convivenza con Monti, per farsi beffe della conflittualità interna che ne deriverebbe e per sfruttare l’impopolarità di nuovi e inevitabili provvedimenti di austerity. Una vittoria che sembra ogni giorno più vicina, soprattutto grazie alla crescita di consensi del Movimento 5 Stelle – senza dimenticare il miope massimalismo di Ingroia nel negare il proprio sostegno al centro-sinistra nelle regioni decisive per la maggioranza al Senato.
Grillo ha in mano il timer dell’autodistruzione italiana, e sembra ben felice di utilizzarlo ai danni di Bersani: «Rispetto più il nano perché sai cos’è, un disonesto, che i finti amici come Gargamella, che fa l’imbonitore in giro». Negli ultimi mesi, del resto, gli esempi di “endorsement” tra il Cavaliere e Grillo sono stati tali e tanti da far sospettare che dietro ai sarcastici “apprezzamenti” si nasconda un inconfessabile gioco di reciproca identificazione... Il Pdl ha già il suo Grillo, come è stato detto più volte. E Grillo si è ormai rassegnato all’idea di non poter passare alla storia come il primo comico che abbia fatto irruzione sulla scena politica dell’Italia repubblicana.
Nel momento in cui assiste impotente ad un’implacabile erosione di consensi, la sinistra si trova assediata dal nemico più insidioso e subdolo, quella degenerazione della vita civile che corrisponde al fenomeno dell’antipolitica, della demagogia, del qualunquismo, e che spesso prelude al collasso dell’intero sistema democratico. È ora di dire ad alta voce che, per la situazione attuale, la sinistra ha molte meno responsabilità di quelle che le vengono solitamente attribuite, e perfino di quelle che essa stessa accetta di attribuirsi. Gravissima e innegabile la sua incapacità di proporsi come alternativa al berlusconismo dilagante. Ma mai, nella storia italiana, il centro-sinistra si è trovato nelle condizioni di poter veramente governare il Paese – non si vorrà far risalire tale occasione all’esperienza dell’ultimo governo Prodi, con una coalizione più che mai eterogenea e una risicatissima maggioranza parlamentare? – e mai si è dovuto confrontare con un centro-destra che condividesse con i suoi omologhi europei anche un solo elemento di civiltà politica.
In perfetta antitesi al facile populismo di Grillo, vi sono infinite ragioni per ritenere che la storica divisione tra destra e sinistra sia ancora valida, e che essa trovi ancora una volta il proprio fondamento in questioni di natura squisitamente morale. Redistribuzione della ricchezza, lotta alle disuguaglianze sociali, uguaglianza nelle posizioni di partenza, fedeltà fiscale, misure a beneficio dei consumatori e delle piccole imprese, estensione dei diritti civili e politici: nel momento in cui due leader come Bersani e Vendola, dopo molte incertezze, decidono di imboccare insieme l’unica via percorribile per una sinistra moderna, tradirli nel nome del grillismo e del tanto-sono-tutti-uguali sarebbe l’ennesima occasione perduta. Se la «moltitudine incomposta» di cui scriveva Gramsci assecondasse anche stavolta lo «straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri», compirebbe l’ultimo, colpevole rifiuto di scommettere sulla ragionevolezza.

Manuel Lambertini

5 commenti:

  1. Caro Manuel,queste cose le dovresti spiegare in modo così chiaro,a tanti tuoi amici e conoscenti che dichiarano di votare Grillo o di non andare a votare.
    Magari invitandoli a leggere queste poche righe, li faresti quantomeno riflettere un momento.

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  2. Mi dispiace Manuel ma non sono assolutamente d'accordo,io sono annnnnni, che sento le solite cose"ripugnanti dalla destra" e probabilmente,in teoria, giuste da parte della sinistra. Il problema è che noi facciamo sacrifici da anni ed i politici"tutti" continuano a rubare(per quanto riguarda la destra)e ad essere troppo"immischiati" nella politica(gli altri)da non poter essere in grado di cambiare queste regole da politica CORROTA.Questa, a mio modo di vedere,è la situazione.Non c'è più tempo e più soldi da regalare alle Corporazioni. Vedi! io ero al comizio di Grillo e ho sentito con le mie orecchie quando ha detto che gli volevano appioppare l'etichetta di!Amico di CasaPound!o quando ha detto che non ha senso costruire e comperare armi per andare in guerra contro i Mussulmani,che poi si incazzano e ci bombardano anoi tutti,a quel punto ha dato le coordinate del nostro parlamento e dopo 15 minuti è uscita la notizia che Beppe Grillo aveve detto di bombardare il parlamento come consiglio..così, fine a sè stesso.Comunque, è bello che giovani come te abbiano degli ideali"soprattutto di sinistra" ma ti devo purtroppo dire che a questo punto mi sento profondamente OFFESO dalla Politica ma soprattutto da chi ritiene che volere un cambiamento RADICALE, consideri semplice "populismo" questa scelta o,addirittura lo confonda con chi non va a votare!! Probabilmente sbaglierò ma..una cosa è certa, tutti i partiti"a parole"dicono che è ora di dare trasparenza ai" conti della politica", prima che fosse lo slogan del movimento 5 Stelle nessuno ne parlava nemmeno... Se sbaglio avrò il coraggio di cambiare il mio orientamento politico. Ciao!! Daniele

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    1. Be’, per replicare dovrei ripetere quello che ho già scritto sopra… Ma una cosa ci tengo a dirla: io non ho mai negato che Grillo, più di chiunque altro, abbia imposto all’attenzione degli italiani il problema dei costi della politica, dei privilegi della casta, della corruzione e via dicendo… Però quello è solo un problema tra i tanti, e purtroppo è impossibile credere che il suo partito offra una vera alternativa di governo: sono tutte persone senza nessuna esperienza politica e senza idee comuni, a parte il voler “rivoltare il Parlamento come un calzino”. E di questo è consapevole anche lo stesso Grillo, che fa evitare ai suoi candidati ogni confronto televisivo soprattutto perché teme che emergano le contraddizioni interne al suo movimento… Votare Grillo per protesta è sicuramente diverso dal non andare a votare, ma l’unico modo per salvaguardare conquiste come, ad esempio, il diritto al lavoro e lo Stato sociale nel suo complesso (quindi l’istruzione, la sanità, la cultura, che con Berlusconi e anche con Monti sono state smantellate) è votare per il Pd o per Sel. Non c'è alternativa. Su questo terreno, oltre che per quanto riguarda i rapporti con l’Europa e con le grandi organizzazioni internazionali (a cui si deve inevitabilmente rendere conto), il centro-sinistra è l’unica opzione credibile; e, lo ripeto, questo centro-sinistra è anche molto migliore di tutti quelli visti finora.
      A presto! Manuel

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  3. capisco che grillo ti dia fastidio e che lo ritieni populista, sfascista (vedasi rivoltare il parlamento come un calzino)... però ha ragione quando dice che destra e sinistra vogliono apparire migliori l'uno rispetto all'altro ma i privilegi che mantengono sono sempre gli stessi....i suoi invece hanno uno stipendio di 3000 euro al mese (molti rispetto alla normalità ma meno rispetto a quasiasi politico italiano)... prima le espulsioni e l'odio profondo per giornalisti, tv e talk show, adesso invece ci vanno serenamente ma il loro discorso di fondo lo trovo giusto! neanche io so se credo pienamente in loro perchè mi sembrano spesso solo dei "signorisotuttoio" un pò arrogantelli che non accettano contraddittorio, critiche e sembra anche che abbiano subito il lavaggio del cervello (in particolar modo Alessandro Di Battista, attualmente il parlamentare più "mediatico" del movimento.... della serie: anche noi teniamo all'immagine mediatica quando prima non c ne fregava nulla) però il discorso di fondo me piasce! vivo ancora nel dubbio politico.... non so, staremo a vedere.

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