A chi gli
chiedeva se avesse paura della morte, a fronte di condizioni di salute già
precarie, Pino Daniele opponeva un nettissimo diniego: «La morte? È la più grande bugia della vita».
La sua voce
limpida e il suo cuore schietto, da artista allergico ai bluff dei
professionisti dello spettacolo, erano entrati da decenni nel linguaggio
quotidiano del popolo partenopeo, e le sue canzoni risuoneranno ora più forti
che mai nei vicoli di una Napoli dalla bellezza sempre amara e struggente.
Terra mia, scritta oltre trent'anni fa, più
di ogni altra potrebbe accogliere tutti i Sud del mondo in un abbraccio
fraterno: dal Mediterraneo arabo all’Africa nera, alle impietose periferie
delle metropoli latinoamericane. Una perla di poesia e sofferenza, un grido di
dolore e di speranza in cui la «vita che se ne va» e la nera mestizia delle preghiere sembrano ricongiungere mare e cielo
fino a sciogliersi in un eterno profumo di libertà.