Anche questo blog – al pari di altri, che possono fortunatamente
contare su qualche visualizzazione in più – contribuisce alla diffusione dell’appello
di Libertà e Giustizia contro l’“abolizione” del Senato promossa dal governo
Renzi.
L’unico appello che sia stato qui condiviso, del marzo 2011, chiedeva
un’opposizione a oltranza alla riforma della giustizia dell’allora governo
Berlusconi, perché «autoritaria» e «incostituzionale». È significativo che a soli
tre anni di distanza molti degli stessi intellettuali debbano radunare le loro
forze contro un esecutivo del Pd, fattosi carico dell’annosa responsabilità di
attuare «un piano che era di Berlusconi».
Ebbene: non c’è parola, tra quelle che seguono, con la quale mi senta in
dissenso.
Verso la svolta autoritaria
Stiamo assistendo impotenti al
progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento
esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del
2014, per creare un sistema autoritario che dà al Presidente del Consiglio poteri
padronali.
Con la prospettiva di un
monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo,
l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa,
i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La
responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano
che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole
e ora in sordina accolto.
Il fatto che non sia Berlusconi
ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è
ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare
subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si
riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un
partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato.
Una democrazia plebiscitaria non
è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha
rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone.
Primi firmatari:
Nadia Urbinati
Sandra Bonsanti
Stefano Rodotà
Lorenza Carlassare
Alessandro Pace
Roberta De Monticelli
Salvatore Settis
Rosetta Loy
Corrado Stajano
Giovanna Borgese
Alberto Vannucci
Elisabetta Rubini
Gaetano Azzariti
Costanza Firrao
Alessandro Bruni
Simona Peverelli
Sergio Materia
Nando dalla Chiesa
Adriano Prosperi
Fabio Evangelisti
Barbara Spinelli
Paul Ginsborg
Maurizio Landini
Marco Revelli
Manuel Lambertini
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